Panorama

20170915_130100Se è vero che l’evoluzione dell’umana specie può spiegarsi in virtù di una propensione in apparenza insensata a desiderare l’impossibile, a volere la luna, Ottavio Tondi era un essere umano come tutti gli altri, a parte una piccola differenza: lui, la luna, qualunque luna, che fosse Ligeia Tissot o una meta più raggiungibile, non soltanto non l’avrebbe mai avuta, non l’avrebbe mai davvero desiderata. Sapeva che il suo posto era sulla terra, il posto di chi è condannato a sospirare, a vagheggiare l’impossibile ammirandolo dal basso, da lontano. Sapeva pure che un giorno o l’altro qualcuno, per tentare l’impresa, si sarebbe levato in cielo a bordo di un razzo puntando alla luna, alla sua luna, quella che lui, per anni, si era limitato a guardare. Quel giorno Ottavio Tondi avrebbe fatto quel che faceva ogni giorno, sarebbe rimasto a osservare, e nell’osservare la scia vaporosa allungarsi verso l’impossibile, avrebbe vissuto sulla propria pelle quel che da lettore aveva vissuto per interposta persona, avrebbe cioè provato l’amarezza di una verità che in fondo conosceva da sempre: che la vera ragione per cui si vuole la luna è che nulla è eterno in questo desolato mondo neppure l’appassimento.

 

Panorama

Tommaso Pincio

NNEditore serie VicevErsa Ed. 2015

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