Chi frequenta questo spazio sa che sono un’assidua lettrice di riviste letterarie e di collettivi di scrittura. Amo scoprire nuove storie e nuove voci. Oggi incontro Neutopia. Se cercate informazioni su di loro vi diranno che Neutopia non è un blog, non è un diario, non è un social network. È un piano per creare attenzione intorno al lavoro creativo e culturale. È la voglia perpetua di sperimentare e di condividere. Neutopia è la rivista del possibile.
- Come nasce Neutopia?
Neutopia nasce a Settembre 2016 come piattaforma editoriale. Dal 2017 si è costituita anche come associazione che organizza festival, eventi culturali, presentazioni e mostre come il festival di poesia e urbanismo Poetrification, che ha ospitato autori e performer da tutta Italia e artisti internazionali come Luc Fierens.
- Cosa la distingue dalle altre riviste letterarie?
Oltre alla cura per ogni autore che scegliamo di seguire, tendiamo a unire i nostri autori in un contesto più ampio, che possa fungere da perno nel dibattito contemporaneo sulla letteratura e sulle riviste.
- After After è la sezione di racconti di Neutopia. Quali caratteristiche deve avere una storia per entrare a farne parte?
After After come rubrica nasce per capire cosa possa esistere dopo il postmoderno. Innanzitutto, prediligiamo sguardi sul contemporaneo, che non siano ancorati però al qui-e-ora. Non abbiamo risposte univoche: ogni anno diamo un tema, chi ha voglia può provare a suggerirci una declinazione possibile secondo i suoi parametri. Quest’anno, ad esempio, ci siamo dati il tema generale del Rinascimento, declinato nei racconti all’obsolescenza della “città ideale” e al suo rovesciamento. Le città che abitiamo sono costituite da alfabeti di strade di cui possiamo imparare a leggere il codice; chi è che muove realmente l’ingranaggio? Quale può essere un modo nuovo di immaginare le città che viviamo? Cerchiamo di essere sempre un passo avanti rispetto alla realtà, altrimenti faremmo cronaca.
- Fate editing sui testi che vi arrivano? C’è uno scambio tra gli autori e la redazione?
Sempre. Ogni autore viene editato e stimolato a dare il meglio in questo contesto, in una prospettiva di scambio reciproco e di arricchimento da entrambe le parti.
- Oltre ai racconti Neutopia è anche poesia, spoken word, critica e reportage. Neutopia è un magazine e incontri dal vivo. È come se in Neutopia convivessero varietà e specificità permettendole di sperimentare.
Esattamente. L’idea è di fare quello che le case editrici non fanno più: creare interesse attorno al lavoro dei singoli autori, fare rete, coinvolgere un pubblico di lettori così come di spettatori. La poesia ha la duplice funzione di innovare il linguaggio e di essere portata in scena. Quindi può essere il linguaggio più adatto per sperimentare, attraverso podcast, video, immagini, messaggi vocali, scrittura collettiva.
- Avete dei rapporti con le case editrici? C’è qualche autore di Neutopia che è arrivato a pubblicare con qualche casa editrice?
Gran parte di noi ne ha. Chiara De Cillis ha pubblicato il suo esordio con Italic Pequod, Francesco Terzago ha pubblicato con Vydia, Elena Cappai con Chance Edizioni e Davide Galipò pubblicherà con Pietre Vive. Siamo convinti che i libri siano come i vestiti: ci somigliano nella misura in cui possiamo modificarli noi stessi e possono diventare altro da noi se consideriamo che non ci appartengono davvero.
- Libri, riviste, blog, newsletter, musica, podcast. Cosa legge e ascolta Neutopia?
Leggiamo diverse riviste, alcune ci piacciono molto, come Not, Crapula, Quanto Magazine, Verde, Menelique. Ci piace Bataille, Bolaño, Burroughs, Dick, Huxley, Carlos Williams, Nietzsche, Marx, Marcuse. Come poesia la Pizarnik, Lorca, Parra, Balestrini, Pagliarani, Sanguineti, Vicinelli, i formalisti russi. Ascoltiamo anche molta musica rap, noise ed elettronica. Quando siamo di buon umore, la radio.
- Perché fare rivista?
Perché non è mai troppo tardi per cambiare il mondo e non lo si cambia da soli.
- Negli ultimi mesi stiamo assistendo alla nascita di numerose riviste letterarie on-line. Come per i libri c’è il grosso rischio che ci si ritrovi con più riviste che lettori. Al netto degli entusiasmi iniziali creare una rivista è un lavoro faticoso fatto di incastri e di precisione. Questo proliferare di riviste può essere un bene per tutti o rischia di abbassare il livello delle proposte?
Le proposte si giudicano da sole dal momento che i lettori sanno scegliere benissimo cosa vale e cosa no.
- Utopie letterarie che vorreste vedere realizzate?
Che Neutopia raggiunga i poeti del Congo, del Mali, dell’Etiopia e che ci rispondano con i loro versi.
Grazie Neutopia!