Una settimana di racconti #103

Mi piace fantasticare su quali saranno gli autori che troveremo domani negli scaffali delle librerie. Se posso farlo è anche grazie al lavoro che fanno le riviste letterarie e i collettivi, che continuano a dare la possibilità agli scrittori di poter condividere i loro racconti senza necessariamente dover aspettare di farne un libro, agli autori sconosciuti di muovere i primi passi e a noi lettori di scoprire in che direzione muoverà la letteratura di domani. Fortunatamente di riviste (di carta e online) e di collettivi ce ne sono tantissimi ma sfortunatamente non ho il tempo di leggerli tutti .

Questa non è una classifica ma solo un riepilogo dei racconti che ho letto e che mi sono piaciuti questa settimana.

“La direzione del mondo viene discussa in posti bui, oscuri, Signor Granduca, inaccessibili ai più. Posti che necessitano di cura e protezione, perché potrebbero essere incapaci di accogliere le potenze che li scelgono come dimora. Posti forgiati dalla disperazione degli orfani, delle prostitute, della vera nobiltà ridotta a fare da sguattera a una borghesotta ignorante e sguaiata, accompagnata da due figlie molto stupide ancor prima che molto brutte”

Bidibibodibibù di Chiara Lecito su L’Irrequieto

Cenerentola behind the scenes

Ai miei occhi stanchi non resta che posare lo sguardo sull’effimero lascito materiale, una titanica quantità di fotografie: compleanni, pranzi di Natale, gite al mare, al lago, abbracci e baci rubati, anniversari di matrimonio, lei che sorride, lei imbronciata, lei vecchia già a quarant’anni.

Ma il tormento non arretra e impasta tranelli al mio udito: ecco, mi pare di sentire l’eco lontana degli ultimi respiri, le nostre voci, io che piango, io che rido, io che le chiedo chi sono, lei che ripete il mio nome e no, non sono sua figlia ma sua sorella, e noi che ridiamo, io e lei sole, insieme, ridere malgrado tutto.

Ho rubato al suo cadavere di Mimma Rapicano su Sulla quarta corda

Convivere con un lutto.

La figlia più piccola la osservava rimanendo in disparte, facendo finta di vestire bambolotti, ma in realtà contando le sue mosse. Elisa se lo sentiva addosso, quello sguardo, fatto di ansia e rancore, sfociati nella frenesia di controllarla ad ogni passo. Persino quando andava al bagno, dal vetro zigrinato della porta, scorgeva la sagoma ricciuta della bimba, come una figura incorporea che la braccava senza mai riuscire a raggiungerla davvero.

Nello spazio vuoto di Beatrice Galluzzi su Malgrado le mosche

Sentirsi schiacciata.

È soddisfatta solo nel corpo. Le bocche del sesso, ormai sazie, hanno smesso di reclamare; ma una nuova voce, quella della coscienza, si fa sentire più forte.

Prudente, con il rubinetto del lavandino chiuso, Lidia ora usa il phon. I tanti capelli neri svolazzano al rumore dell’asciugatura e le coprono il volto. Ha paura di guardarsi.

Mi troverò i segni del diavolo.

Paranoie di Laura Marinelli su Narrandom

Carezze contro i pregiudizi.

Buone letture!

 

 

 

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