Operazione Strega. Seconda puntata.

DEFINITIVA

dalla bizzarra collaborazione tra Francesco Spiedo e Modestina Cedola

Dimmi l’editore e ti dirò chi sei

Benvenuti a una nuova puntata di Operazione Strega. Quest’oggi affronteremo due argomenti sempre al centro del dibattito stregato e – oddio, sembra l’inizio di Super Quark – dedicheremo un po’ di spazio ad alcuni dettagli che invece spesso sfuggono. Esordio ed editori da una parte, temi caldi, e percentuale di voto, votanti e numero di pubblicazioni dall’altra. Ci siamo chiesti, infatti, quali sono le vittorie schiaccianti, quelle più combattute, com’è cresciuto il numero di votanti e quale relazione c’è tra numero di pubblicazioni per un autore e vittoria dello Strega. Esiste un momento, nel corso della carriera letteraria, che sembra propizio al Premio? Una maturità acquisita, un maggior riconoscimento autoriale, un’attenzione da parte degli editori – non sappiamo cosa influisca maggiormente, ma quel che è certo è che esiste un numero anche per questo. Bando alle chiacchiere, i dati sono tanti ed è meglio partire subito.

6, 46 e 188. Stiamo dando i numeri, sì, ma quelli degli esordienti vincitori, in cinquina e in finale. Sono tanti, sono pochi? Guardiamo alle percentuali, forse diventa più chiaro: appena 8.11% di vittorie, 12.4% in cinquina e 19.5 % in dozzina. L’esordiente è una sorta di pecora nera, l’eccezione che conferma lo Strega. Ritroviamo una distribuzione piuttosto costante, con un leggero incremento negli anni 2000 – più presenze tra finale e cinquina ma stessi scarsi risultati quando si tratta di andare al sodo – una sola doppietta consecutiva negli anni ’90, con l’unica donna Di Lascia in compagnia di Barbero per le edizioni ’95 e ’96, e un salto che copre gli anni ’60 e ’70. Non solo nessuna vittoria, ma anche totale assenza in dozzina per le edizioni che vanno dal ’60 al ’68. Una disgrazia esordire in quegli anni, addio ai sogni di gloria.

Flaiano, Tomasi di Lampedusa, Eco, Di Lascia, Barbero e Giordano. Quello di Eco, in realtà, è un esordio narrativo, ma certo non si può considerare una sorpresa nel panorama culturale ed editoriale. Giordano è il più giovane esordiente ad aver vinto lo Strega, anzi, il più giovane vincitore in assoluto, ma è il più giovane esordiente ad aver partecipato? Non esattamente. Il record appartiene ad Angela Bubba (Elliot) che a 21 anni ha partecipato all’edizione del 2010, mentre lo scettro di esordiente più anziano spetta a Gregorio Prosperi (Serarcangeli) che a 77 anni  è stato presente nel 1988. Peccato per Ferrari, quest’anno il suo arrivo in dozzina non gli ha concesso lo scettro di esordiente più agée, ma siamo sicuri che non gli dispiacerà.

Però, esiste un’età che sembra particolarmente adatta agli esordienti? Incredibile, ma vero. Sono ben 11 gli esordienti 37enni che hanno partecipato al Premio. Caso, destino, gli alieni? Chi lo sa. Per il resto otteniamo dei risultati prevedibili, con appena 27 esordienti under 30, 63 sono i trentenni, 54 i quarantenni e via via, all’aumentare dell’età, le presenze scendono repentinamente: solo 19 i cinquantenni, 14 i sessantenni e appena 2 gli over 70.

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Dovremmo passare a un altro argomento caldissimo, gli editori, e cerchiamo di farlo in modo dolce, progressivo, senza strappi. Per esempio, vi siete mai chiesti quale sia l’editore che ha presentato più esordienti allo Strega? E quello che ha più presenze in cinquina? Quello con più vittorie? E quello più efficiente? Cioè quello che, in proporzione ai titoli presentati, ha avuto più successo? Lo sappiamo, non ci avevate pensato, e neanche noi fino a questa mattina. Poi, poiché abbiamo un sacco di tempo da perdere, eccoci qui a tirare fuori qualche numero.

Einaudi, Mondadori e Feltrinelli si aggiudicano il podio per quanto riguarda il maggior numero di presenze d’esordienti in dozzina. Ma, colpo di scena, per quanto riguarda la cinquina dobbiamo rimescolare le carte: Longanesi con 6 esordienti scalza Einaudi e Mondadori e si piazza al primo posto lasciando fuori dal podio Feltrinelli, sorpassata agilmente. A Longanesi va anche un altro primato, quella che abbiamo definito efficienza di dozzina: 6 sono infatti gli esordienti che sono arrivati in dozzina e 6 quelli che sono passati in finale. Efficienza del 100%, incredibile. Seguono a ruota Ponte alle Grazie con il 60% e Neri Pozza al 50%, tra le case editrici che hanno presentato almeno 4 esordienti. Feltrinelli fuori da tutti i giochi, ma neanche per scherzo. Se siete un esordiente in cinquina e appartenete alla scuderia Feltrinelli, siete in una botte di ferro: su tre, due hanno vinto lo Strega. Efficacia da cinquina del 66.67 %, numeri da capogiro. La peggiore? Incredibile, ma è proprio Longanesi: dei 6 autori arrivati in cinquina, soltanto 1 ha vinto lo Strega. Il 100% d’efficienza in finale si trasforma in un misero 16.67% in cinquina. Male male, tutta un’illusione. Fumo e niente primo posto.

Spalanchiamo il vaso di pandora: gli editori. Attorno agli inciuci, ai giochi di potere, ai gruppi editoriali, alla compravendita di voti, alle schede nulle, alle penne cancelline, ai brogli elettorali è stato detto tutto e il contrario di tutto. Vediamo cosa dicono i numeri, poi ognuno tragga le proprie conclusioni.

Alcuni dati generali. Quanti sono gli editori che hanno vinto lo Strega? 11. E quelli che l’hanno vinto più di una volta? 7. Quelli che l’hanno vinto più di due volte? 6. E più di cinque volte? Solo 4. Ma forse è interessante sapere in media quanti editori partecipano a ogni edizione dello Strega. Tenendo conto che nelle prime edizioni la dozzina non era sempre tale, ma i finalisti potevano oscillare tra i 10 e i 18 partecipanti, non è possibile valutare una distribuzione precisa degli editori: in media, però, possiamo dirlo, 10.16. 10 editori + 0,16 di editore. Ma ci sono state edizioni particolari? Quante ne volete.

Nel 1956 sono presenti ben 5 testi Einaudi su 15; nel 1960 sono 4 gli Einaudi e 4 i Feltrinelli su 14 candidati; nel ’64 ben 4 Bompiani su 17 titoli; nel ’59 sono 5 Mondadori su 13; nel ’76 sono 4 Rizzoli su 10. E le edizioni con una maggiore eterogeneità? Dal 2002 in poi segnaliamo una tendenza ad assestarsi sul binomio un editore un libro, portando in dozzina dodici editori. Questo per quanto riguarda la prima fase, e per le cinquine? Preparatevi a un altro filotto di curiosità.

Lo sapevate che ben 5 edizioni dello Strega – tutte prima del 1980 – sono state una partita a 3? Infatti in cinquina erano presenti soltanto 3 editori. E che invece dal 1981 al 2018 vi è stato un lungo filotto di cinque editori per cinque posti? Einaudi ha interrotto la striscia di 5 nel nostro database. Ma ne volete ancora? Vi accontentiamo.

Prima ancora di guardare nel dettaglio gli editori più premiati, lo sapete che ce n’è uno che ha fatto una tripletta aggiudicandosi il premio per tre edizioni consecutive? Mondadori, ’85 ’86 e ’87. Terno.

E che ci sono ben 3 editori che hanno fatto doppietta? Sempre Mondadori, Bompiani e Einaudi. Per Einaudi sono ben tre le doppiette messe a segno nel corso delle edizioni. Altre curiosità? Beh, in realtà sì. Se osservate le edizioni tre il ’70 e il ’77 vi accorgerete di una precisa, ripetuta, maniacale alternanza tra Rizzoli e Mondadori, Mondadori e Rizzoli. All’inizio pensavamo di aver letto male, invece è andata proprio così.

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Adesso sarebbe il momento di affrontare gli editori più vincenti, ma lo sappiamo cosa state pensando. È tutto un magna magna, ci sono i brogli, allora facciamo così. A noi interessano i numeri, quindi partiamo guardando la questione da un’altra prospettiva. Qual è l’editore più sfortunato? Quello che è arrivato più volte al secondo posto? Mondadori, proprio così, ben 20 volte. Seguono Einaudi (12), Bompiani (11) e Rizzoli (7). E il maggior numero di doppiette al contrario? Sempre Mondadori, ben quattro. E le altre che hanno fatto doppietta di secondi posti? Einaudi ne strappa ancora una, Bompiani ben due e, sorpresa, c’è anche Piemme sempre con due nel ’96 e nel ’97. Ci sono macchinazioni anche per raggiungere il secondo posto? Probabilmente no, ma non ci interessa neppure pensarlo. Ricordatevi questi numeri adesso che affronteremo la vera classifica, la classifica degli editori d’oro.

Mondadori stacca tutti con 23 vittorie: l’editore può contare il maggior numero di gioie e il maggior numero di delusioni, quindi a ben vedere, ne esce con una differenza che segna +3. Al secondo posto Einaudi con 14, quindi anche per la casa editrice torinese un bel +2. Al terzo posto? Ma Rizzoli con 11 vittorie e un bel +4. E Bompiani? Beh, abbiamo un segno meno: infatti sono solo 10 le vittorie, a fronte di 11 secondi posti, e un bel -1. A seguire, e ben staccati, tutti gli altri – compresa Feltrinelli con appena 4 vittorie e un solo secondo posto, nel 1961, ma un bottino tutto sommato positivo che segna +3. Forse l’editore più vincente, osservando anche i dati che vi abbiamo fornito riguardo l’efficienza da cinquina, non è detto che sia il reale favorito. Gioca molto la quantità, ma a conti fatti, i risultati sono meno eclatanti di quanto sembrano. Ancora sospettosi? Chi siamo noi per convincervi del contrario, viva la statistica, viva lo Strega e viva i complotti.

La puntata di oggi è già abbastanza lunga, abbiamo affrontato le due questioni più scabrose del Premio, quelle che quando ci siamo avvicinati avremmo voluto gettare i computer dalla finestra. Passato questo, è tutto in discesa. Però non vogliamo lasciarvi con tutti questi numeri tediosi e vogliamo farci qualche risata insieme a delle curiosità divertenti. Ad esempio, lo sapevate che il numero di votanti del Premio è cresciuto dai 170 della prima edizione ai 660 delle ultime? E che è sempre andato a crescere tranne nell’intervallo 1980 – 2009 quando il numero è sceso sotto i 400 per poi impennare subito dopo? Perché? Lo lasciamo scoprire a voi, non abbiamo mica tutte le risposte. Per chi ci avete preso?

Vi possiamo dare qualche altra informazione, altri due numeri, se volete. Sono molto note le edizioni del ’61, quella del ’68, il ritiro di Pasolini, ma conoscete l’edizione meno combattuta di tutto lo Strega? Quella del 1950, quando Pavese si aggiudicò circa il 70% dei voti – tra prima e seconda votazione. Una sorta di plebiscito. Volete la Monarchia o Pavese? Salvate Barabba o Pavese? Il popolo scelse Pavese, e menomale.

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Ma avevamo citato il numero di pubblicazioni, vero? Sì, quella malsana idea di scoprire se è vero o non è vero che la maturità di uno scrittore conta. Beh, se l’esordiente, l’abbiamo visto, ha vita dura quanto bisogna scrivere prima di presentarsi allo Strega? Anzi, quanto si deve pubblicare prima di fare questo atto di coraggio? I dati parlano chiaro: mediamente 11 titoli, e comunque non più di 50 se non si vuole spodestare Bontempelli. Negli ultimi anni si nota qualcosa di diverso? A dirla tutta, sì. Dagli anni duemila in poi il numero di pubblicazioni si è ridotto a poco meno di 8, ma è pur vero che si è abbassata l’età media dei vincitori. Ah, ma questa è un’altra puntata.

Forse è il caso di salutarci e arrivederci a presto con un altro appuntamento di Super Qu…di Operazione Strega.

puntate precedenti Operazione StregaOperazione Strega. Prima Puntata.

 

 

 

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