Una settimana di racconti #164 #165

Mi piace fantasticare su quali saranno gli autori che troveremo domani negli scaffali delle librerie. Se posso farlo è anche grazie al lavoro che fanno le riviste letterarie e i collettivi, che continuano a dare la possibilità agli scrittori di poter condividere i loro racconti senza necessariamente dover aspettare di farne un libro, agli autori sconosciuti di muovere i primi passi e a noi lettori di scoprire in che direzione muoverà la letteratura di domani. Fortunatamente di riviste (di carta e online) e di collettivi ce ne sono tantissimi ma sfortunatamente non ho il tempo di leggerli tutti .

Questa non è una classifica ma solo un riepilogo dei racconti che ho letto e che mi sono piaciuti questa settimana.

Fino a qui, abbiamo dato per scontato che sia semplice aggirarsi per una città vestiti di nero e a volto coperto, senza suscitare l’interesse delle forze dell’ordine o la legittima perplessità di molti cittadini. Comprensibilmente, non sempre è così.
Per questo motivo può essere davvero utile conoscere qualche espediente, come l’utilizzo di zaini o borse double face, o imparare a fare un passamontagna con una t-shirt. A tal proposito, ricorda: la tecnica è importante, ma la fantasia è tutto.

Scontri di Francesca Maffei su Malgrado le mosche

Piccolo manuale di chi lotta.

Mi imponevo di non guardare mai il mare fuori dal finestrino nel tragitto di ritorno in macchina; tenevo lo sguardo fisso sul mio orologio: cinque, venti, trenta minuti… Trentacinque era la distanza massima dal nostro ombrellone alla porta di casa, se lo zio non si fermava a comprare la frutta alla bancarella di qualche ambulante. La distanza ‘vera’ tra me e il mare, quella rimaneva incommensurabile

Tirocinio dell’attesa di Carmen Verde su micorrize

Riempire il tempo.

Poi i giorni, uno sull’altro
hanno riempito ogni stanza.
La primavera sta tardando.
Noi con lei.

Minari| La meccanica dei fluidi di Francesca Corpaci su In fuga dalla bocciofila

Ambientarsi.

Era il 1998, l’anno in cui partecipai a diverse fiere del lavoro, luoghi dove la mattina i disoccupati si presentano tirati a lucido e pieni di aspettative, ma più passa il tempo, più l’autostima cala in maniera inversamente proporzionale alla pila dei CV che si forma sui banchi di recruiter sempre meno sorridenti.

Nomadland| Diventare grandi di Salvatore Cherchi su In fuga dalla bocciofila

Era il 1998…

E ancora:

Buone letture!

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