Questo diavolo è un povero cristo

recensione di Graziano Gala*

Chi sono io per giudicare il diavolo?

Si potrebbe partire da uno degli interrogativi semplici – ma fortemente compositi – per parlare di un’opera che mi ha sinceramente travolto, capace di solcare i generi (dal racconto al romanzo di racconti, dalla cantilena alla trenodia fino allo scambio teatrale) in quella capacità magmatica che dovrebbe essere la reale cifra della letteratura – luogo in cui iniziano a vedersi troppi impiegati e, sfortunatamente, sempre meno operai. Meier ci porta agli occhi un Enea che fugge da Troia in fiamme e un Orlando lunare con eccesso di senno rispetto alla sua matrice, un diavolo che cade, risorge e giace in un incastro perfetto di resurrezione ribaltata e prosa pinocchiesca da inganno dell’albero.

Sulla luna si è soli come cani, dentro casa ogni bussare è una paura: la fuga in luoghi aperti, ora uomini ora topi, viene quasi naturale in un impasto letterario che costringe il lettore a cambiare sempre stato in una sorta di metempsicosi obbligatoria che vede la penna di Meier come misura del giudizio. Alichino Testamarcia, figura donchisciottesca, diventa eroe precario (“Signor Testamarcia, si rallegri: io farò di lei un grande eroe”) e cantore degli estinti in una prospettiva spazio temporale che si slabbra e lascia entrare qualsiasi cosa utile a riempire quel vuoto gigantesco (che è pure contenitore) denominato solitudine. La scrittura diventa ibrida, d’occasione, strumento pronto a piegarsi alle necessità del testo e dei personaggi – deo gratias – in una carnevalata pazzesca che non promette pausa o riposo . Eccola la letteratura, che inquieti e che rimescoli, non che sia il surrogato della bevanda delle cinque. Meier mi ricorda il Benni di Comici spaventati guerrieri: quello in cui ogni parola diventava indizio e ogni tempesta provvidenza.

Bafometto traballa, i santi sono manichini e la parola è corda e premonizione: che bel libro, questo squarcio di cielo.

*Graziano Gala è nato a Tricase, in provincia di Lecce. Vive e lavora come professore precario in provincia di Milano. È autore di racconti pubblicati su riviste e litblog. Sangue di Giuda è il suo primo romanzo. 

libro: Io e Bafometto

C’è un catastrofico giorno d’estate che è tutti i giorni e tutte le catastrofi.

Un trentenne scioperato evoca con una formula magica il terribile Bafometto e si ritrova a vagare sulla luna. Un farmacista bramal’apoteosi sotto la guida di un asino, in cerca dell’elisir di eterna giovinezza. Un puer affronta un coro di spettri e gli ingranaggi di un labirinto fatto di ruote e stantuffi.

Raccolta di racconti e, insieme, viaggio picaresco di un Io narrante, smarrito, quasi disincarnato, questo libro è un’avventura burlesca affollata di maschere e personaggi dell’immaginario magico e demonico, nonché una sperimentazione in chiave satirica e deviante di generi antichi e moderni. Ispirato ai dialoghi menippei di Luciano di Samosata e all’Asino d’oro di Apuleio, al Faust e al Barone di Münchhausen,  Io e Bafometto è un prosimetro in cinque atti, che si svolge tra bar e casa, libreria e pasticceria, bosco e deserti della luna.

autore

Gregorio H. Meier nasce a Prato nel 1983. Sue poesie e racconti sono stati pubblicati su «Nazione Indiana», «Il primo amore», «L’Indiscreto», «CrapulaClub». Attualmente vive a Pomigliano d’Arco, Napoli.

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