Mi pento di tutte le cose.
Soprattutto della resa.
Si può amare una persona tanto da odiarla? Si può consapevolmente decidere di renderle la vita un inferno perché crediamo che ci abbia condannato mettendoci al mondo? Continua a leggere
Mi pento di tutte le cose.
Soprattutto della resa.
Si può amare una persona tanto da odiarla? Si può consapevolmente decidere di renderle la vita un inferno perché crediamo che ci abbia condannato mettendoci al mondo? Continua a leggere
Mi piace fantasticare su quali saranno gli autori che troveremo domani negli scaffali delle librerie. Se posso farlo è anche grazie all’importante lavoro che fanno le riviste letterarie e i blog, che continuano a dare la possibilità agli scrittori di poter condividere i loro racconti senza necessariamente dover aspettare di farne un libro, agli autori sconosciuti di muovere i primi passi e a noi lettori di scoprire in che direzione muoverà la letteratura di domani. Fortunatamente di riviste (di carta e online) e di blog ce ne sono tantissimi sfortunatamente non ho il tempo di leggerli tutti (ahimè). Qui un piccolo riepilogo dei racconti che mi sono piaciuti questa settimana.
Mimì di Andrea Donaera su Inutile
Un flusso di parole per raccontare il dolore della perdita. Pazzia, paura, vendetta. Continua a leggere
Mi piace fantasticare su quali saranno gli autori che troveremo domani negli scaffali delle librerie. Se posso farlo è anche grazie all’importante lavoro che fanno le riviste letterarie e i blog, che continuano a dare la possibilità agli scrittori di poter condividere i loro racconti senza necessariamente dover aspettare di farne un libro, agli autori sconosciuti di muovere i primi passi e a noi lettori di scoprire in che direzione muoverà la letteratura di domani. Fortunatamente di riviste (di carta e online) e di blog ce ne sono tantissimi sfortunatamente non ho il tempo di leggerli tutti (ahimè). Qui un piccolo riepilogo dei racconti che mi sono piaciuti questa settimana.
Lo Stage di Simone Tempia sul n. 22 di Colla- Una rivista letteraria in crisi
Quando il nostro valore è dato dall’utilità che abbiamo nella società a cui apparteniamo e non dal pensiero che abbiamo di noi stessi. Continua a leggere
Non so se sapessi quello che mi stavi facendo. Non so se tu ti sia mai resa conto di quanto fossimo soli. In quella solitudine senza confronti si invecchiava senza crescere. E mentre i bambini veri stavano al parco, mentre le mamme si scambiavano consigli sui pannolini e sul latte in polvere da dare una volta finito lo svezzamento, noi eravamo a quella finestra. A guardare. Guardavamo la vita che vive da un’altra parte. Sempre un po’ più lontano da dove siamo noi. E tu mi accarezzavi per consolarmi di dolori che non avevo. Mi stringevi per rassicurarmi su paure che non mi appartenevano.
Erano tue.
Eri tu ad avere paura e dolore.
Eri tu a guardare la vita da una finestra.
Io avevo un anno ed ero come tutti gli altri bambini. Non sapevo niente. Il mondo era quello che tu mi dicevi che fosse. Perciò io mi fidavo e non avevo bisogno del mondo finché c’eri tu. Non chiedevo altro mondo, se non quello riflesso nelle tue iridi. Era tutto là. Un riflesso confuso e lontano guardato in uno specchio deformante che erano i tuoi occhi. Non so che senso abbia pensarci adesso. Non so in che misura io sia ancora un corpo estraneo espulso dal mondo. Però a volte mi capita di buttare per aria le porte e di sentir mancare l’aria quando le finestre sono chiuse. Di mettermi a respirare così forte da perdere i sensi. Di sbattere i pugni sul muro e chiedermi perché.
Perché nessuno ha bisogno di me.
Il peso minimo della bellezza
Azzurra de Paola
LiberAria Ed. 2016
Mi piace fantasticare su quali saranno gli autori che troveremo domani negli scaffali delle librerie. Se posso farlo è anche grazie all’importante lavoro che fanno le riviste letterarie e i blog, che continuano a dare la possibilità agli scrittori di poter condividere i loro racconti senza necessariamente dover aspettare di farne un libro, agli autori sconosciuti di muovere i primi passi e a noi lettori di scoprire in che direzione muoverà la letteratura di domani. Fortunatamente di riviste (di carta e online) e di blog ce ne sono tantissimi sfortunatamente non ho il tempo di leggerli tutti (ahimè). Spesso sui miei canali social condivido i racconti che ho letto e mi sono piaciuti.
Qui un piccolo riepilogo della settimana.
I ragazzi dell’estate di Giuseppe Zucco pubblicato su Pastrengo
Il gruppo e le sue leggi. La ferocia che si scatena su chi infrange le regole. La diversità che fa paura.
“Ma stringendoci in cerchio, per fare la conta e dividerci in squadre, notammo con orrore cos’era capitato a uno di noi. Una leggera peluria s’infittiva sul suo labbro superiore, e altri peli erano germogliati su braccia e gambe, il ricciolo nero sotto le ascelle”
L’idea migliore che B. avesse mai avuto di Alfredo Palumbo su Crapula Club
Le aspirazioni, i sogni e i desideri costantemente in lotta con i tuoi mostri. Il vuoto che ti resta dentro quando soccombi.
“A B. restava unicamente la percezione che nessun’altra idea futura sarebbe stata nemmeno paragonabile a quella. Odiava Lui per ciò che gli aveva fatto. Il mostro gli era ancora davanti”
Le scarpe del signor Foley di Valentina Orsini su Spazinclusi
Incontrare un ragazzo mingherlino e ricordare la propria storia. Il fascino del cinema e di mestieri antichi come il rumorista. La meraviglia del tempo che fu.
“E se la voce non bastava, c’erano le scarpe. Le stesse che poi hanno fatto grande il piccolo Renato. Divenuto il “Signor Foley”, uno dei più grandi rumoristi del cinema italiano”
Fantasmi e fenomeni poltergeist di Azzurra de Paola su ReaderForBlind
Fantasmi che restano e uomini che proprio non riescono a farlo. Due solitudini che s’incontrano.
“Gli grido di fermarsi ma è già uscito, mi dice che gli dispiace ma io delle sue scuse non so che farmene. Avrei voluto che rimanesse. Il fatto che se ne sia andato a malincuore mi è del tutto indifferente. Mi siedo al centro del letto e mi arrabbio. È colpa vostra, dico. Siete stati voi, piango”
Il pegno di Noemi De Lisi su Cattedrale Osservatorio sul racconto
Una biglia gioco da bambini. Una biglia pegno tra adulti. Tra cose non dette e distanze.
“Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans, lo aprii, diedi un colpetto sul fondo, lo portai alla bocca: «Quindi non mi devi dire niente», dissi, afferrai una sigaretta con i denti, l’accesi, inspirai e soffiai via il fumo”
Zola, l’usignolo in frac di Giovanna Giordano illustrazioni di Raffaele Cataldo su Narrandom
Zola segue poche semplici regole per vivere bene in attesa che si compia il suo destino.
“Mamma, come per tutti nella mia famiglia, portò avanti la tradizione: conobbe un uomo, che poi sarebbe mio padre, rimase incinta e poi lui se ne andò, perché nella mia famiglia si cresce tutti con un solo genitore e un sacco di gorgonzola”
Come corpo che cade di Marco Di Fiore su FOGA rivista letteraria
Subire una decisione e portarne il dolore. I giudizi di un paese che ti tormenta. Passare il testimone della vergogna. Un gesto estremo come liberazione.
“Mamma non lo faceva mai, non riusciva a portare i bidoni fino a casa, lei che ha l’ernia al disco. Vertebre su vertebre schiacciate. Un domino incastrato nella colonna. Ha l’ernia al disco e non un marito e se n’è sempre fatta un problema. È così purtroppo da noi, in questa scarpa d’Italia che è dimenticata. Se non hai un uomo al tuo fianco non vali nulla”