Lo Strega Setting

Torna Operazione Strega – una questione di ambientazione: la raccolta dei dati, tra aneddoti e curiosità, dedicata ai luoghi dei libri del Premio Strega. Suggestioni letterarie, mappe nascoste tra le pagine dei libri, luoghi reali, sognati o immaginati.

Dopo aver interrogato i 74 libri vincitori, siamo passati a scandagliare la cinquina di questa edizione. Quali sono i luoghi raccontati da Bajani, Bruck, Caminito, Di Pietrantonio e Trevi? Cosa li accomuna ai luoghi narrati dai precedenti vincitori? Quali sono le abitudini in fatto di luoghi e quali le curiosità?

Sulla scia dello Strega Calculator quest’anno vi presentiamo lo Strega Setting: i numeri applicati ai luoghi.

Un viaggio nelle ambientazioni delle storie in compagnia dello Strega Off. Le nostre statistiche, infatti, sono finite nel “Grand Tour“, il podcast di Strega Off con Raffaele Notaro su storielibere.fm.

Non ci resta che augurarvi buon viaggio!

dalla bizzarra collaborazione tra Francesco Spiedo e Modestina Cedola

Andrea Bajani

Il libro delle case, Feltrinelli.

Questo è il libro di un luogo, la casa, declinata nello spazio e nel tempo. Dalle Alpi a Roma, da Parigi a Londra, dal 1962 e al 2020: il racconto si sposta tra grandi città e paesini, dal mare alla montagna, tra il centro e la periferia, passando dall’Italia e all’estero. Nella storia del Premio Strega è forse il libro che percorre più chilometri, che corre avanti e indietro negli anni come nessun altro. 

I luoghi sono reali come nel 48% dei libri che poi hanno vinto lo Strega e sono tanti come il 39% dei premiati, ma l’aspetto più interessante è il viaggio che il lettore deve affrontare tra le pagine: solo il 35% degli stregati si muovono tra più di due luoghi e appena il 25% ambienta le storie in un periodo più vasto di 50 anni, come nel caso di Bajani. 

Altra curiosità è la presenza di un luogo nel titolo: soltanto 17 volte nella storia si è aggiudicato lo Strega un testo che ne presentava uno. Curiosità nella curiosità: la casa ha già vinto nel 1994 con Montefoschi e La casa del padre. Che ventisette anni dopo sia arrivato il momento delle case?

Bajani, viaggiatore spaziotemporale alias Doctor Who.

Edith Bruck

Il pane perduto, La Nave di Teseo.

Tra i libri presenti in cinquina, Il pane perduto è quello che percorre più km: sia nel tempo sia nello spazio. La storia infatti comincia in un piccolo villaggio ungherese, ma si sposta e segue le vicende della Bruck e della sua famiglia, arrivando in Germania, paesi balcanici, quindi Monaco e Marsiglia con un’unica agognata meta: Israele. Ma il viaggio non termina qui: Atene, Istanbul, Zurigo, Napoli e Roma, dove la Bruck vive ancora oggi. Buona parte della storia è ambientata quindi all’estero come soltanto il 12% dei libri stregati, ma in luoghi sono reali come il 48% dei casi.

Non solo tanti luoghi, tra cui i campi di concentramento di Birkenau, Auschiwtz, Dachau e il complesso di Kaufering, ma anche un viaggio nella storia: dagli anni ‘30 fino a oggi. Quindi il testo è un viaggio nel tempo come soltanto il 25% degli stregati, ma in buona parte ambientato nel passato come il 49% dei vincitori.

La Bruck propone un romanzo che se da un lato asseconda i parametri più vincenti, dall’altro si pone come un’anomalia nel panorama Strega. L’aspetto più significativo è quello dell’autobiografia. Le autobiografie non hanno mai riscosso un grande successo, però è curioso notare come l’unico libro totalmente autobiografico ad avere trionfato sia stato Lessico Famigliare, Ginzburg 1963: gli anni della seconda guerra mondiale raccontati attraverso il fascismo e gli occhi della famiglia Levi, mentre nel romanzo della Bruck la prospettiva è quella della sua famiglia, del nazifascismo, non dell’Italia ma di quasi tutta l’Europa prima e subito dopo il secondo conflitto mondiale. Se escludiamo romanzi in parte autobiografici, come Via Gemito di Starnone vincitore nel 2001, è da 58 anni che l’autobiografia manca la vittoria. Questo è l’anno giusto?

Edith Bruck, alias Corto Maltese, sempre in viaggio.

Giulia Caminito

L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani.

Una nota che subito contraddistingue il romanzo di Giulia Caminito è una certa circolarità dei luoghi: la storia infatti inizia a Roma, o meglio in un quartiere periferico della Capitale, poi si sposta nel quartiere bene di Trieste, per arrivare fino al piccolo paese di Anguillara, sul lago. Lago che è al centro della storia, finché la protagonista non torna di nuovo a Roma, nel quartiere Trieste. Una partenza e un ritorno che però include un altro cerchio: nell’ultima scena, la protagonista torna sul lago. Due cerchi concentrici che mettono quindi al centro la Capitale e il Lago. 

Roma è la città che ha un maggiore appeal non soltanto come luogo di nascita dei futuri stregati, ma anche come ambientazione dei testi vincitori. Una Roma però periferica, come non accade spesso (solo il 28% dei vincitori ambienta nelle periferie), una Roma che cambia insieme alla protagonista, con i luoghi che tornano, un viaggio nel tempo come solo il 25% degli stregati. La Caminito sviluppa la storia lungo la vita della protagonista, caratteristica non molto diffusa. Ma è il Lago che ci fornisce i dati più interessanti.

Il romanzo presenta un luogo nel titolo, come soltanto 17 altre volte è capitato a un vincitore: curiosità nella curiosità, in finale c’è anche Bajani che ripete la parola casa già vincitrice con Consolo e Montefoschi (‘92 e ‘94). Il lago non era mai comparso, ma c’è una certa affinità tra il Premio Strega e l’acqua. Su 17 titoli vincitori ben 6 presentano un collegamento con l’elemento: Isola di Arturo 1957,  La spiaggia d’Oro 1971, La morte del fiume 1974, L’armata dei fiumi perduti 1985, Le isole del paradiso 1987, Canale Mussolini 2010. Abbiamo avuto il mare, il fiume, persino il canale, forse è arrivato il momento del lago. Chi può dirlo?

Giulia Caminito, ovvero Odette e il lago dei cigni.

Donatella Di Pietrantonio

Borgo Sud, Einaudi.

I legami e le radici sono il fulcro di Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio. Il racconto di due sorelle diverse in tutto, dal modo di intendere la vita ai luoghi che le hanno adottate. Un romanzo all’apparenza statico ma che si muove nello spazio rendendolo di difficile incasellamento. Per cogliere meglio le sfumature vi proponiamo di giocare con la prospettiva delle protagoniste per scoprire i luoghi di questa storia. Un paesino di montagna è il loro luogo di origine. Pescara, centro delle vicende, la città che le ha accolte. 

Tutto qui direte voi? Non proprio. 

La Pescara di Adriana è quella di Borgo Sud. Il mare con la sua gente e le sue storie diventano parte integrante della sua vita. Tra gli stregati l’8% ha scelto di ambientare il suo romanzo al mare. Quella dell’Arminuta, invece, è la Pescara bene, quella del centro fatta di circoli del tennis e apparenze da salvare. Diventerà per lei anche il luogo da cui andare via per poter ricominciare. Sceglie Grenoble per farlo. Sono solo 9 i romanzi ambientati totalmente all’estero nella storia dello Strega. 

Nonostante il cuore del romanzo sia ambientato a Pescara sono 19 i luoghi e i paesi citati: Marche, Foggia, Marocco, Libia, Maiella, dune di Cerrano, Scanno, Ortona, Vasto, Chieti, Spello, Gargano, Macerata, Civitanova Marche, Bologna, Torino, Chambéry e Punta Penna.

Borgo Sud è ambientato in Abruzzo terra natia della scrittrice Donatella Di Pietrantonio. Sono 27 i libri vincitori del Premio Strega ambientati nei luoghi di nascita degli scrittori. Altra curiosità, sempre relativa, all’Abruzzo: l’unico scrittore abruzzese ad aver vinto il Premio Strega è stato Ennio Flaiano nel 1947. Riuscì ad aggiudicarsi la prima edizione del premio scegliendo però di ambientare il suo “Tempo di uccidere” in Etiopia durante l’invasione italiana. 

Donatella Di Pietrantonio, Piccole donne all’abruzzese. 

Emanuele Trevi

Due vite, Neri Pozza.

Due vite di Trevi è un romanzo ambientato nella memoria, i luoghi nei quali si intrecciano le vite di Rocco Carbone e Pia Piera è la vita di Trevi stesso o meglio la memoria che l’autore conserva dei ricordi. I luoghi fisici sono delle coordinate che servono soltanto per mettere ordine nei ricordi, fornire una linea temporale agli eventi, ma restano sullo sfondo, sfocati.

Ritroviamo un po’ di tutto: dai paesini di Cosoleto e Nugola, entrambi con circa 800 abitanti, e grandi città come Milano e Roma, ma anche Parigi e Providence. Non manca la campagna attorno Pisa e piccoli centri del sud come Eboli, o realtà come Reggio Calabria e Frosinone. Tutti luoghi reali, come la maggior parte dei libri stregati, ma luoghi non luoghi. Somigliano ai ricordi di Corrado Alvaro, vincitore nel ‘51 con Quasi una vita: anche in quel caso il luogo è la memoria dell’autore. Il libro di Trevi però è un’eccezione: altre 8 biografie hanno vinto il Premio, ma in questo caso la definizione è ibrida, la presenza dell’autore è fondamentale per elaborare i ricordi. Siamo lontani da N. o M., ma anche da Tolstoj o Lessico Famigliare. Quello di Trevi è un’anomalia.

Sono luoghi astratti quelli ci forniscono curiosità sul romanzo di Trevi. L’edizione del ‘96 vedeva in gara Rocco Carbone e Pia Pera, ma non solo: anche Giulio Mozzi e Melania Gaia Mazzucco parteciparono alla cinquantesima edizione arrivando entrambi in cinquina. Mozzi e Mazzucco sono presenti anche in questa edizione, insieme a Trevi e al suo romanzo su Carbone e Pera. 

Il tempo è un luogo e in questo caso è abitato dai ricordi e da strane coincidenze.

Trevi, l’esploratore della memoria alias Il pensatoio di Albus Silente.

In bocca al lupo ai candidati che i fantasmi degli Strega passati siano con voi!

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