Un’altra cena

“Una cena, non facciamola troppo lunga, va bene? E che sarà mai?”

Cena_CoverWeb-236x300

Potrei dirvi che “Un’altra cena” di Simone Lisi racconta semplicemente di una cena tra quattro amici ma prenderei una cantonata clamorosa e voi con me a darmi ascolto.
Come in una telecronaca ci avviciniamo alla serata partendo dai riti preparatori, passando per la cena fino ai rituali dei saluti e del dopo cena. Tra le azioni e il rimuginare dei pensieri conosciamo prima i padroni di casa e poi i loro ospiti. Potrebbe ancora sembrarvi solo il racconto di una cena ma continua a non esserlo. Lisi non si limita solo alla descrizione di ciò che è in superficie ma invita il lettore a scrutare con occhi attenti e a vedere anche quello che si nasconde sotto. È il confronto tra due coppie e due diversi approcci alla vita. È la conflittualità nel rapporto con gli altri e con noi stessi. È avere il pudore di sognare e la paura di dirlo ad alta voce. È la sensazione che il fallimento possa essere sempre dietro l’angolo. È sbirciare le vite degli altri per trovare la chiave della loro felicità o per avere un pretesto per non guardare alla propria. È l’abitudine a percepire la catastrofe imminente e a girarsi dall’altra parte sperando passi da sola. È la storia di Livia che guarda fuori dalla finestra e immagina di essere in Brasile o in un qualunque altro posto che non sia quello in cui vive. È la storia di Madda che vorrebbe un mondo in cui i cuccioli non crescessero mai e chissà forse anche il suo bambino che sta dormendo nell’altra stanza. È la storia di Andreas che ha capito le regole del gioco e le ha adattate alle sue ambizioni. Tutti incalzati dal quarto commensale, padrone di casa e voce dominante che lancia idee e spunti di riflessione senza mai andare fino in fondo alle cose.
In una serata e in una stanza ci sono i trentenni di oggi con le loro paure, i loro sogni, le loro illusioni e lo smarrimento nel dover scegliere una strada. Il grande dilemma se affidarsi a schemi già tracciati e rassicuranti o inseguire le proprie inclinazioni e restare per sempre in questo limbo che ci illude con la promessa delle infinite possibilità.
È un libro che va a giocare sulle apparenze e sugli equilibri. Un continuo gioco tra il detto e il non detto. È un libro che parla di noi di quel caos che abbiamo dentro a cui non sappiamo dar voce. È un mettersi davanti allo specchio per (s)mascherare alibi e convenzioni. Dopo aver letto il libro non guarderete più alle cene tra amici con la stessa innocenza, non desistete però potreste anche non dipanare il caos o crearne dell’altro ma due chiacchiere e un po’ di vino faranno sempre un gran bene.

Simone Lisi è al suo primo romanzo. Prima di pubblicare questo libro con Effequ ha scritto per diverse antologie ma soprattutto per riviste online e cartacee come L’Inquieto e Verde Rivista. Quando un autore approda da una rivista ad un libro io sono davvero molto felice perché credo sia importante il lavoro che le riviste svolgono e le possibilità di crescita che danno ai giovani autori e ai loro racconti. Complimenti ad Effequ (casa editrice di febbraio dell’IndieBBBcafè che abbiamo intervistato qui) che si è guardata intorno e ha deciso di puntare su un esordio.

 

Libro
Un canarino liberato dalla gabbia. Una luce nella corte perennemente accesa. Esiste solo la vita borghese. Questi alcuni degli argomenti di conversazione di quattro amici a una cena qualunque. Discorsi interrotti, ripresi, lasciati a metà perché non portano da nessuna parte. Discorsi che tuttavia dicono di loro quasi tutto: del mondo segreto che li muove, di quello che saranno tra dieci anni, del loro destino. Ci sono le abitudini, le colazioni, le case, i mutui, i tic, i desideri. E sullo sfondo di una cena, divisa in quattro atti come un’opera di Mozart, si staglia placido il disastro, la fine di tutto, che malgrado si cerchi di tenere fuori dalla porta di casa, torna ad affacciarsi.

Autore
Simone Lisi (Firenze 1985), dal 2001 pubblica i suoi racconti su antologie, riviste online e cartacee (tra cui il Gabinetto Viesseux, Marcos y Marcos, «Scrittori Precari», «Pratosfera», «A few words», «L’inquieto», «Verde Rivista», Effequ). Dal 2014 fa parte della redazione di «Stanza251», rivista online di arte e letteratura. È uno dei fondatori del collettivo «In fuga dalla bocciofila», che si occupa di cinema e narrazioni.

Lascia un commento